Sono le uniche donne pronte a lasciare casa, famiglia, marito, figli, in meno di due ore. Sono capaci di fare le valige e partire per un campo profughi o un ospedale militare o civile, in mezzo ad una alluvione o ad una guerra. Sono donne che hanno “un grano di follia nel cervello e un raggio di poesia nel cuore”. Così le ha definite il direttore di un ospedale, medaglia d’oro al Valore Militare alla memoria scomparso nel cielo di Russia. Portano sempre la stessa divisa bianca o blu, il basco o il velo e la croce sul petto: sono le CROCEROSSINE.
Sono casalinghe, commercianti, professioniste, nubili o coniugate, ma tutte accomunate dal fervente desiderio di aiutare il prossimo e recare soccorso alle persone bisognose. La loro divisa, da più di cent’anni, fa di loro un corpo sacro e intoccabile. La indossano dopo 24 mesi di tirocinio durissimo. Occorre infatti raggiungere quella padronanza necessaria per far fronte alle più disparate necessità ed emergenze. Come ausiliare delle Forze Armate, alle doti di equilibrio, sangue freddo, buona educazione, umiltà, amore per il prossimo si aggiunge l’osservanza dei regolamenti, l’ubbidienza verso i superiori e il rispetto per l’uniforme; non sono infatti ammessi orecchini, anelli o trucchi pesanti, ma solo l’orologio e la fede nuziale. Le Crocerossine sono le uniche al mondo a svolgere il loro servizio di infermiere in modo volontario, avendo un credo che riflette gli ideali della Croce Rossa.
Lo spirito è lo stesso di quello di 150 ani fa, quando nei campi di Crimea arrivò Florence Nightngale, la “Signora con la lampada” con il suo Corpo di 28 infermiere che si aggiaravano la notte tra i feriti dei campi di battaglia. Era il primo movimento di volontarie, anche se l’istituzione della Croce Rossa si deve a Henry Dunant, che sconvolto per quel che aveva visto nei campi di battaglia di Solferino, perseguì per anni l’idea di costituire associazioni di volontari organizzati che potessoro offrire soccorso ai feriti in guerra. Finalmente il 22 agosto 1864, nella città di Ginevra, nacque la Croce Rossa, con un accordo internazionale cui inizialmente parteciparono 12 nazioni.
Il Corpo delle Infermiere Volontarie nacque in Italia nel 1908, con le 700 infermiere inviate in Sicilia per il terremoto di Messina. Da allora quante tragedie hanno sconvolto il mondo, molte causate dall’uomo, tante della natura. Sempre le Crocerossine hanno portato loro il preziosissimo contributo di umanità tanto che il Regolamento del Corpo è diventato legge dello Stato con decreto del 12 maggio 1942. Le infermiere volontarie, ausiliare delle Forze Armate dal 1982 sono presenti in tutte le missioni di pace degli ospedali delle Forze Multinazionali. Sono mobilitate anche dalla Protezione Civile ogni qualvolta sia necessaria la loro presenza.
Per diventare Infermiera Volontaria occorre innanzitutto avere la cittadinanza italiana, un’età compresa tra i 18 e i 55 anni, essere di sana e robusta costituzione e avere un titolo di scuola media superiore. Per conseguire il diploma è richiesto un corso teorico-pratico della durata di due anni, con frequenza obbligatoria delle lezioni e con un tirocinio presso ospedali civili o militari. Dopo il diploma sono previsti corsi di specializzazione. Le candidate in possesso di titolo di studio in ambito sanitario, quali infermiere professionali e laureate in medicina, possono conseguire il diploma presentando domanda presso gli uffici della sede locale più vicina della Croce Rossa Italiana. Al conseguimento del diploma le Crocerossine sono abilitate alla funzioni e alle attività infermieristiche nell’ambito delle Forze Armate e della Croce Rossa Italiana. Il diploma equivale anche alla qualifica di Operatore Socio-Sanitario Specializzato in virtù del Decreto Ministeriale del 9 novembre 2010.

Patrona delle Crocerossine
PREGHIERA DELL’INFERMIERA VOLONTARIA DELLA CROCE ROSSA
Signore,
dammi la bontà di offrire a chiunque avvicino,
dammi la serenità per consolare chi è tormentato,
dammi il coraggio di reggere all’altrui sofferenza,
dammi il mezzo di sollevare chi è affranto,
dammi la forza di non crollare di fronte l’impossibile,
dammi la capacità sempre di operare nel bene.
Signore,
dammi quanto ti chiedo perché a mia volta io possa donare.
E se in qualche istante un’ombra di sconforto o di stanchezza
scenderà a velare il mio sgurado,
Signore,
ti prego aiutami a portare questa croce.